giovedì 14 agosto 2008

Democratizzazione del lusso, siamo tutti vittime della moda

Democratizzazione del lusso, siamo tutti vittime della moda
PARIGI
Nel mondo della moda tra haute couture e fast fashion si stanno sempre più avvicinando, secondo gli esperti interrogati dal quotidiano francese Liberation: «siamo tutti vittime della moda».

Nonostante la crisi del potere d’acquisto «l’apparenza conta più che mai», ha sentenziato Evelyne Chaballier dell’Istituto francese della moda. Per lei «bisogna avere l’aspetto giovane e alla moda» poco importa se si veste Prada o Zara.

Sono finiti i tempi in cui la moda era un segno visibile di status sociale: grandi firme e insegne di moda "a basso costo" come H&M, Mango, Zara, Topshop vanno ormai a braccetto. Così, per esempio, Karl Lagerfeld, Viktor&Rolf, Roberto Cavalli e Stella Mc-Cartney hanno firmato una collezione per H&M e la fast fashion ha conquistato anche i ricchi che non esitano a comperare per un prezzo quindici volte più basso «un trench alla Balenciaga» al posto dell’originale.

«A forza di sentire alcune donne dire che adoravano la mia moda ma che non potevano permettersela ho avuto voglia di andare loro incontro» ha spiegato Stella Mc-Cartney. Alla fine del secolo scorso - ha commentato Serge Carreira, professore al Science Politique a Parigi - le case di moda storiche sono passate sotto «conglomerati» quali Lvmh e Ppr e la moda è diventata affare dei finanzieri che per soddisfare la domanda e aumentare il loro fatturato hanno cambiato velocità copiando i cicli della fast fashion: non più solo due collezioni l’anno ma pre-collezioni, “flash”, “croisieres”, arrivando ad almeno sette o otto nuove linee. Oltre alle declinazioni meno costose come, tra le altre, Etoile per Isabel Marant, McQ per Alexander McQueen, D&G per Dolce e Gabbana, Just Cavalli per Roberto Cavalli, Armani Jeans per Armani.

«Le marche della fast fashion occupano gli stessi registri di quelle del lusso - ha continuato Carreira - stessi testimonial, stessi fotografi per le campagne pubblicitarie, stessa clientela e le boutique sono negli stessi posti strategici, nei centri delle città, rendendo sempre più sfumata la frontiera tra alta e bassa gamma».

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