giovedì 9 luglio 2009

Le ombre nere di Valentino


ANTONELLA AMAPANE
INVIATA A PARIGI
Valentino ringiovanisce e guarda ai raggi X le «it girl». Si rivolge alle ragazze del momento, ben nate, ricche, stravaganti, individualiste e appassionate di rock. «Come Bianca Brandolini, Delfina Delettrez, Charlotte Casiraghi, Pixie Geldof, Eugenie Niarchos, Dafne Repossi. Sono loro le nuove clienti dell’alta moda, il jet set è cambiato, non è più quello degli Anni Sessanta», spiegano Maria Grazia Chiuri e Pier Paolo Piccioli, da nove mesi alla guida della maison romana. «Un’evoluzione, quindi non una rivoluzione. Dopo aver esaltato l’immaginario di Valentino adesso proponiamo il nostro punto di vista, al passo con i tempi, che punta i riflettori sulle ragazze colte, di buona famiglia, ma con il gusto della provocazione. Non a caso per sintetizzare il genere abbiamo scelto una modella sedicenne sconosciuta». La svedese Frida, mai sfilato prima, incarna questa botta di gioventù.

E’ lei a uscire per prima sulla passerella dell’ex convento des Cordeliers guidando tutte le altre. Biondissima cerbiatta, sottile come un giunco, capelli raccolti e mascherina di pizzo, mixa bon ton fragile e grinta, stretta negli abiti trasparenti che sembrano radiografare il corpo con tre strati di tulle lavoratissimo poggiati su un corsetto. Orli micro oppure lunghissimi per le toilette carne velate da un’ombra nera come un soffio su cui si rincorrono le sperimentazioni delle couture. Pizzi laccati sul cachemire, merletti tatuaggio, patchwork di tessuti e intarsi sono i tratti distintivi di una guardaroba pensato per donne forti che sanno scegliere fuori dagli schemi. Capaci di osare scarpe iperboliche con tacchi decorati da giganti volant di nappa simili alle criniere dei pony.

«No, Valentino non lo sentiamo mai, lui fa la sua vita, noi la nostra. Ma ci lega una grande stima, da lui abbiamo ereditato la passione per questo mestiere», dicono i due stilisti dietro le quinte, mostrando orgogliosi l’abito da sera tempestato da 1200 fiori d’organza (20 mila petali) che chiude il défilé. Le note struggenti di Bowie si confondono con quelle di Antony And The Johnson, il pubblico ulula. Finalmente Chiuri e Piccioli han tirato fuori gli artigli, ci hanno messo del loro. Dopo tre stagioni caute, fin troppo da manuale, ecco la zampata che segna la svolta e guarda al futuro. In linea con i creatori del lusso moderno - come Valli e Lanvin - che sono i beniamini delle nuove generazioni. In prima fila applaudono un tot di «it girl». Accanto a Bianca Brandolini c’è anche la radiosa Anna De Pahlen. La figlia ventenne di Margherita Agnelli un paio d’ore prima, nel parterre di Jean Paul Gaultier, raccontava: «Vorrei fare l’attrice e la cantante, ho sfilato una volta per Moncler».

La moda, nell’ultimo giorno dedicato alla couture, diventa un film che Gaultier rivede al rallentatore. Popolato da dive che dal muto passano alle atmosfere de «La Dolce Vita» per approdare a oggi, reinterpretate con ironia e sartorialità senza tempo. Da Barbarella a Belle de Jour passando per la parodia di Mae West, fino alla marinaretta di Querelle de Brest, in un crescendo di abiti spettacolari; con bustier che incapsulano il seno in plastiche sfaccettate a diamante; di tute sirena; di mantelli da sciantosa tempestati di paillettes. Scattano impietosi i flash sulle rare celebrity, immortalano uno sfatto e scocciatissimo Mickey Rourke che siede in ultima fila per sfuggire ai fan . Al contrario Kylie Minogue - jeans e giubbotto biker neri - arriva all’ultimo momento per fare un’entrée da star. Alle sfilate abbondano i metri di tessuto. Le donne di Chanel hanno tutte la coda, ogni abito è provvisto di strascico. Quel pannello palpita e si srotola sia sui tailleur di tweed, sia sulle tuniche da sera. Decorato da nodi, fissato con bottoni gioiello, spazza per terra. Accompagna le indossatrici mentre sbucano da immense boccette di Chanel N° 5, il profumo icona della griffe. In testa le mannequin sfoggiano calotte scure di pizzo che come piccoli burqa-chic coprono tutto il viso.

LASTAMPA.it
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