E’ agli inizi del XX secolo che Eugenio Marinella getta le basi di
quella che sarebbe divenuta una delle più favolose “storie di successo”
napoletane. Nel 1914, alla vigilia della prima guerra mondiale, Eugenio
decise, dimostrando un’innegabile dose di coraggio e intraprendenza, di
aprire bottega in Piazza Vittoria sull’elegante Riviera di Chiaia di
Napoli, allora come oggi, uno dei più bei lungomare d’Italia.
La
posizione si rivelò strategica per una botteguccia di soli 20 metri
quadrati davanti alla quale passeggiava l’alta società napoletana. Dopo
aver effettuato i lavori di ristrutturazione e acquisito i due atelier,
uno molto grande per la fabbricazione di camicie e un altro più piccolo,
per le cravatte, don Eugenio intraprese il suo primo viaggio a Londra,
per incontrarvi i futuri fornitori. Il negozio diventa presto un piccolo
scrigno prezioso in cui si possono trovare autentici tesori di
raffinatezza e di gusto, un piccolo angolo di Inghilterra a Napoli. In
un’epoca in cui lo stile “inglese” è molto di moda, Marinella è il solo a
proporre, a Napoli, una vasta gamma di prodotti esclusivi provenienti
da Londra, esigendo dai fornitori inglesi l’esclusività. All’inizio,
l’attività principale della bottega non è la cravatta ma la camicia,
regina del guardaroba maschile. Al fine di essere al top della moda e
della qualitè, Eugenio induce alcuni artigiani camiciai di livello senza
pari a trasferirsi da Parigi per insegnare ai suoi operai l’arte del
taglio. Per quanto riguarda le cravatte, sono realizzate esclusivamente
in sette pieghe: il quadrato è piegato sette volte verso l’interno così
da dare alla cravatta una consistenza incomparabile. È solo molto dopo
che fa la sua comparsa la cravatta attuale con la struttura interna. Il
negozio è passato attraverso avvenimenti storici importanti che hanno
cambiato anche il corso della sua storia: le due guerre mondiali, il
declino dell’antica nobiltà e la comparsa della nuova borghesia con
l’avvento dei prodotti americani che portano sostanziali cambiamenti
della moda. Molto attento alle evoluzioni della società e del costume,
Eugenio non si perde d’animo e interrompe la produzione di camicie a
favore della cravatta che diventa il prodotto faro della casa Marinella.
La vera ripresa si ha però negli anni Ottanta, quando Francesco
Cossiga, allora Presidente della Repubblica e amico di famiglia, diventa
un vero e proprio ambasciatore del marchio prendendo l’abitudine di
portare in dono ai capi di stato, nelle loro visite ufficiali, una
scatola contenente cinque cravatte Marinella. Il marchio comincia così a
fare il giro del mondo. Il G7 organizzato a Napoli nel 1994 spalanca
definitivamente alla piccola ditta napoletana le porte della cerchia
molto esclusiva di fornitori dei grandi del mondo: gli organizzatori
decidono infatti di offrire a tutti i capi di stato presenti, una
scatola contenente sei cravatte Marinella, portando un’enorme pubblicità
al marchio. La passione per l’eleganza e la qualità continua ancora
oggi grazie a Maurizio Marinella, terza generazione della famiglia, che
ha raccolto l’eredità del marchio con uno spirito imprenditoriale in
sintonia con le moderne leggi del marketing riuscendo a far affermare il
marchio E. Marinella anche all’estero, dagli Stati Uniti al Giappone.
La produzione firmata E.Marinella ha conservato la scrupolosa attenzione
alla qualità delle materie prime e la curatissima fattura ancora oggi
rigorosamente artigianale, per queste cravatte “napoletane veraci” e
allo stesso tempo “very british”.
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